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L'apprendista aveva esagerato, e svenne come quando si era teletrasportato, a quanto pare se finiva il caos perdeva i sensi, una cosa utile da ricordare. Carley passò i restanti giorni a perfezionare la sua magia, non facendosi scoraggiare dagli sbagli e imparando agli errori per fare meglio. il bambino alla fine ci riusci, e allora fece un piccolo sorriso di vittoria. 
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L’addestramento era appena iniziato però..
Nei giorni successivi la rettrice li fece sedere in terra di fronte a coppie..
Ognuno dei ragazzi doveva “espandere” il proprio caos e percepire e capire cosa pensava provava ecc del compagno che avevano di fronte.
Non sarebbe certo stato facile come per sollevare la piccola pietra. Era come dover entrare nella testa del proprio compagno per carpire ciò che poteva.. -
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Il giovane mango si sedette e cercò di percepire il caos dell'altro, e capire le sue emozioni. Carley compativa l'altro, e sperava che non riuscisse a percepire il suo passato, aveva appreso che la maggior parte dei suoi coetanei non avrebbe potuto sopportare i grandi traumi che lui aveva vissuto, forse neanche un adulto ci sarebbe potuto riuscire. . -
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Nn fu facile..
In effetti questi era un esercizio molto più complicato rispetto a quello della pietra..
I due era seduti così uno di fronte all’altro e si guardavano senza dire una parola eppure non permeava alcuna emozione, ricordo o pensiero dalle loro menti..
Per passare quella prova bisognava entrare in sintonia e dire ciò che si carpiva dall’altro altrimenti la prova sarebbe stata fallita e probabilmente anche la ancor non iniziata carriera da mago.. -
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Il bambino cercò di esaminare le espressioni facciali dell'altro, e cercava di percepire il caos dentro di lui. L'apprendista cercava di percepire le sue emozioni, per capire quelle altrui, perciò usava tutta la sua concentrazione mentale per leggere la mente. . -
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Stettero così per ore ma alla fine nessuno riuscì a percepire nulla..
Quell’esercizio alternato a quello della pietra veniva ripetuto quotidianamente..
Un giorno di quelli il giovane aspirante mago percepì qualcosa, dapprima come una massa informe e indistinta poi come un colore.. Sembrava quasi nero.. Era come una paura... -
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Carley si impegnava nei giorni a venire, finché non percepì paura nel suo compagno. Il giovane si chiedeva che cosa causasse tale sentimento, quindi cercò di approfondire la cosa. L'apprendista si concentrava, cosa provocava le emozioni dell'altro. . -
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Fu difficile ma lentamente lo percepì..
Il compagno aveva una repulsione per i grandi rettili, soprattutto serpenti neri..
A sua volta però scoprì che più lui percepiva i pensieri del compagno più questo pervadeva a sua volta la su mente.. -
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Il mago percepì la paura dell'altro per i rettili, e sentiva che quella fobia lo stava contagiando, probabilmente avrebbe peggiorato continuando in quel modo. Carley decise di smettere di indagare nella mente dell'altro, pensava che bastava cosi, si chiedeva quanto l'altro invee avesse percepito di lui. . -
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L’istitutrice che seguiva i ragazzi notó che Carley si era fermato e così gli andò vicino.
Hai percepito qualcosa ? Perché hai interrotto la connessione ? Damandó così da capire cosa fosse successo.. -
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si, signora, ho sentito che la sua emozione mi stava contagiando, perciò ho smesso
Rispose il bambino in modo tranquillo, in quanto non sapeva come interpretare l'esperienza vissuta, e magari parlandone con una più esperta poteva capire se aveva fatto bene. il mago si chiedeva se anche l'altro fosse arrivato al suo risultato, magari era andato anche oltre, dato che lui si era fermato..
Aretuza, il nuovo mago |
